Tutti Muti, torna Bruckner



Beh, tutto ci saremmo potuti aspettare tranne che Riccardo Muti (sì, proprio lui!) ci sorprendesse festeggiando i suoi tre quarti di secolo (è nato a Napoli nel 1941) con la sua terza registrazione bruckneriana ufficiale (o quarta, in attesa di ascoltare la Nona da Chicago per CSO). Dopo la Romantica e la più difficile Sesta, eseguite con i Berliner a metà anni Ottanta e incise per Emi, eccolo ancora alle prese con una "pari", la splendida Seconda -risalente agli anni '70 dell'800- che, per molti, segna l'inizio (tardivo) dell'autentico sinfonismo bruckneriano. No, Muti non è considerato un grande bruckneriano. Ma Muti è anche uno che sa stupire, e che sa trasformare in oro (quasi) qualsiasi cosa tocchi. Antipatico, snob? Forse, ma bisogna riconoscergli un grande valore: l'attenzione al dettato del testo. Ascoltate i primi due movimenti: pochi altri li rendono così, con una naturalezza fintamente distratta ma solidamente radicata nella tradizione. La sinfonia, registrata a Salisburgo a Ferragosto del 2016, è presentata da Deutsche Grammophon in coppia con la suite "Il borghese gentiluomo", commedia con danze tratta da Molière, di R. Strauss. Il bell'andante, tratto da Youtube, non è quello di Muti, ma è da ascoltare in contemplativo silenzio. 











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