Quel Bach di metà Novecento



Non si può non accogliere con grande piacere la decisione della Deutsche Grammophon di riproporre, in un agile ed economico cofanetto di 7 cd, l'intero lascito bachiano di Walter Gieseking per l'etichetta gialla. Si tratta di registrazioni che risalgono alla prima metà del 1950, effettuate originariamente per Radio Saarbrücken. C'è anche un apprezzato bonus: un concerto per piano di Schumann che ci porta nel marzo del 1942 ed è a suo modo un pezzo di storia, perché venne registrato coi Berliner (e il grande Furtwaengler sul podio) alla vecchia Filarmonia di una Berlino non ancora devastata dalla guerra. Ricordato soprattutto per le sue interpretazioni degli impressionisti francesi, Debussy e Ravel in testa, il franco-tedesco Gieseking (1895-1956) fu un pianista versatile, che non si volle mai legare a una corrente né specializzarsi nella musica di questo o quell'artista. Amava iniziare i suoi recital con Bach, ma fu in grado ci completare l'integrale delle Sonate di Mozart, di strizzare l'occhio al Romanticismo e affondare nel Novecento fino a Rach, Schoenberg e Skrjabin. Tornando a Bach, colpisce in particolare il tocco veloce e nervoso -ma mai impreciso- del suo Clavicembalo ben temperato, testimonianza di una naturalezza esecutiva che ormai è cosa rara.  






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