Cento indimenticabili minuti



Molta importante musica settecentesca fu in origine concepita come "nugae" da interludio, poco più che esercizi con lo scopo di rendere meno noiose le attese del pubblico durante gli intervalli delle rappresentazioni. E' il caso delle due serie di sei concerti per organo opp. 4 e 7 di Georg Friedrich Haendel, pensati per riempire i "tempi morti" degli oratori eseguiti al londinese Covent Garden. Poche composizioni fotografano meglio di queste il puro spirito del Settecento maturo. Siamo nella prima metà del secolo, occupata per gran parte dalle guerre di successione europee. E come il continente si prepara ad assumere un volto realmente moderno, così anche il principe degli strumenti musicali, sua altezza l'organo, esce dal ruolo meramente liturgico per assumere una fisionomia più libera, brillante e solistica. Qui è suonato dalla regina delle organiste del Novecento, la francese Marie-Claire Alain, nota soprattutto per le numerose (e splendide) interpretazioni bachiane. A proposito, segnaliamo una perla recentemente riproposta da Erato: l'esecuzione live dell'Arte della fuga al Festival alsaziano di Masevaux del 1992. Per cento indimenticabili minuti, lo Spirito Santo sorrise al pubblico assiepato fra le panche della chiesa di San Martino in quell'antico angolo di Alto Reno. 







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