La gioia di Richter

Fra i momenti più interessanti della stagione culturale milanese appena conclusa è da ricordare il "Progetto Haendel", alla Scala fra maggio e giugno con Roberto Bolle, Svetlana Zakharova, l'astro nascente Martina Arduino e, al piano, James Vaughan. Con qualche concessione a un certo intellettualismo, Mauro Bigonzetti ha allestito una coreografia al contempo equilibrata ed emozionante. Georg Friedrich Haendel (1685-1759) nacque l'anno dell'editto di Fontainebleau, morì nel pieno della Guerra dei Sette anni. Celebrò la pace di Aquisgrana (1748) e a suo modo vide cambiare il mondo. Ma le sue suites? Non è facile trovarne un'esecuzione integrale di qualità. In questo ridotto firmamento spiccano le restituzioni dell'immenso Sviatoslav Richter con Andrej Gavrilov, riversate in due "doppi" Emi e fortunatamente anche su Youtube. Più recenti le Otto Grandi Suites del 1720 registrate per Hyperìon da Danny Driver nei 2014: un'interpretazione più moderna e snella, ma altrettanto ricca di fascino.


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